venerdì 31 agosto 2012

patetico Clint.

Clint Eastwood da sempre è stato uno dei miei attori e registi preferiti, fin dai tempi di Sergio Leone, dove se diceva 3 parole in tutto il film era tanto. E avrebbe fatto bene a stare zitto anche ieri sera e strasene a casa invece di andare alla convention repubblicana a Tampa.
Le simpatie politiche di Clint sono note da tempo, ma vederlo sostenere la candidatuta  del conservatore Mitt Romney e di quel bigotto e decisamente piu conservatore del suo vice Paul Ryan, esponente di punta del  Tea party, e stato veramente sconfortante.
Non che io sia un fervente soatenitore di Obama, ma almeno è uno che ci prova. Comunque vedere per credere


giovedì 30 agosto 2012

Tamira


Timira è un romanzo meticcio che mescola memoria e documenti d’archivio, invenzione letteraria e verità storica, scritto a sei mani da un trio narrante altrettanto meticcio: un’attrice italosomala di ottantacinque anni, un plurilaureato di Mogadiscio con due cittadinanze e un cantastorie italiano dal nome cinese.

In uno dei capolavori del neorealismo, Riso Amaro di Giuseppe De Santis, oltre a Silvana Mangano in hot pants, compare una strana mondina dalla pelle scura. Dice poche battute, poi scompare.
Alcuni mesi dopo, ricompare come schiava africana in Fabiola, un peplum di Alessandro Blasetti datato 1949.
In quello stesso anno, la compagnia teatrale di Tatiana Pavlova, porta in tournée il dramma Lunga notte di Medea di Corrado Alvaro. Nel ruolo di Layalé, la schiava nera di Medea, recita la stessa attrice: Isabella Assan.
Ma Assan non è il suo vero cognome. E’ il nome di sua madre, Ashkiro Hassan, una donna somala del clan degli Habr Ghidir. Isabella non la vede da quando aveva due anni.

1927. Somalia Italiana. Giuseppe Marincola è un maresciallo di fanteria e le sue giornate sono simili a quelle degli altri commilitoni: al mattino addestra un manipolo di dubat, al pomeriggio spara sulle tribù ribelli, di notte fa l’amore con una ragazza del posto. Tra una spedizione punitiva e l’altra, gli nascono due figli, ma a differenza dei suoi commilitoni, Giuseppe decide di riconoscerli, di battezzarli e di farli crescere in Italia, dove trova rapidamente una donna da sposare
Giorgio e Isabella diventano così due marziani a Roma, black italians negli anni di Mussolini, dell’Impero e delle leggi razziali.

4 maggio 1945. Val di Fiemme. Tra i cadaveri dell’ultima strage nazista sul territorio italiano, viene trovato il corpo di un ragazzo di colore. Ha sulla pelle il marchio del lager di Bolzano e molti pensano si tratti di un soldato anglo-americano.
Giugno 1945. Due amici di Giorgio Marincola danno a Isabella la notizia che il fratello è morto, in Val di Fiemme, mentre con altri partigiani cercava di disarmare una colonna di SS.

Settembre 1990. Antar Mohamed prepara le carte per ottenere la cittadinanza italiana. Dichiara di essere figlio di un’italiana, Isabella Marincola, ma c’è un problema. Sul suo certificato di nascita compare un altro nome, Timira Hasan.
Maggio 1991. L’ambasciatore Sica fa rimpatriare dalla Somalia in guerra l’ultima cittadina italiana rimasta a Mogadiscio. Dal passaporto risulta chiamarsi Isabella Marincola, ma in altri documenti compare come Timira Hasan. In Italia ha un figlio, ma non ha una casa.
Timira racconta l’avventura di Isabella Marincola proprio a partire da qui, dal suo essere profuga in un paese in bilico, l’Italia del biennio ’91/’92. (tratto dal blog di WU MING)

 

lunedì 27 agosto 2012

Live in Volvo

L'amore e cieco, Dio è amore, Ray Charles è cieco, quindi Ray Charles è DIO (Vinicio Capossela- live in Volvo 2007)
Profeti marinai.......

Ho visto persone così povere ma così povere che l'unica cosa che hanno sono i soldi. (Vinicio Capossela)
Hondo


Anche questo telefilm del 1967 venne trasmesso sempre nei primi anni 70' Tele Koper Capodistria.
Il telefilm è basato sulla trame omonimo film del 1953 interpretato da Jhon Wayne
Laramie


Questo telefilm (allora si chiamavano così) del 1959 ando in onda negli USA fino al 1963. Per noi  terrra di confine venne trasmesso da Tele KOPER Capodistria nella prima metà degli anni 70'.
E' la storia dell'amicizia di due cow-boys e del loro ranch.

mercoledì 1 agosto 2012

addio caro vecchio Gore


All'età di 86 anni se ne andato una delle più grandi voci critiche degli Stati Uniti, Gore Vidal scrittore, saggista, sceneggiatore, e anche candidato politico, che amava provocare e scandalizzare l'America.
Figlio di Eugene Vidal e Nina Gore, nasce all'Accademia militare degli Stati Uniti, dove il padre è istruttore aeronautico. Non appena ha inizio la sua carriera letteraria, sceglie come nome il cognome del nonno materno Thomas P. Gore, senatore democratico dello stato dell'Oklahoma.
Cresce a Washington D.C., dove frequenta la St. Albans School. Il nonno materno, il senatore Gore, è cieco, e il nipote, che legge spesso per lui, di tanto in tanto gli fa da guida: ciò gli consente l'accesso, insolito per un bambino, ai corridoi del potere. L'isolazionismo del senatore Gore è uno dei principi ispiratori della filosofia politica di Vidal, che ha sempre criticato con fermezza l'imperialismo americano. Non a caso, oltre a un'innumerevole serie di saggi sull'argomento (molti dei quali pubblicati in Italia), ha scritto un ciclo di romanzi che descrive proprio il passaggio degli Stati Uniti da repubblica a impero: le cosiddette Narratives of the empire sono un ciclo di 7 romanzi che abbracciano la storia americana dai primi dell'Ottocento alla seconda guerra mondiale.
Ma fu il romanzo che scrisse a poco più di 20 anni che scandalizzò l'America puritana del dopoguerra e segnò la sua carriera: il libro "The City and the Pillar", tradotto in Italia La statua di sale, in cui si racconta la storia, con tratti fortemente autobiografici, di un giovane che scopre la propria omosessualità. Si tratta per certi aspetti del primo romanzo americano che tratti con estrema disinvoltura della passione di un ragazzo per un suo coetaneo senza cadere nella caratterizzazione dell'omosessuale effeminato dominante nell'immaginario collettivo (non solo americano).
Per circa trent'anni ha vissuto in Italia, prima a Roma e poi a Ravello in costiera amalfitana. Dopo la morte nel 2005 del compagno di una vita, Howard Austen, ha venduto la villa La Rondinaia a Ravello ed è ritornato stabilmente a Los Angeles.
Rockollection
 

I giovani degl'anni 70' si ricorderanno sicuramente di questa canzone di Laurent Voulzy, che veniva fatta suonare in tutti i juke box. 
La canzone di per se non è nienti di speciale ma ha una particolarità: al testo originale in francese si alternano cover di brani anglo-americani degl'anni 60'.
Rockollection racconta la vita di un adolescente degl'anni 60' con tutto i temi dell'epoca: il liceo, le ragazze con la gonna a pieghe e la coda di cavallo, le vacanze in campeggio, il lavoro estivo per comperarsi la chitarra, i negozi di dischi e il sogno americano. Nell'ultima stroffa si capisce che il ragazzo è cresciuto e ha nostalgia di quel epoca, delle radio e dei cantanti che hanno segnato quel periodo della sua vita.